Vetrina
Vetrina
Vetrina 2025
1° edizione
Nell’ambito della rassegna LAC “PAESAGGI POSSIBILI”
In partenariato con il LAC, e sostenuto da:
Pro Helvetia, Repubblica e Cantone Ticino - Fondo Swisslos, Ernst Göhner Stiftung, Fondation Jan Michalski, Société Suisse des auteurs, Oertli Stiftung, Città di Lugano, Città di Mendrisio.
Marina Skalova / Alice Sinigaglia
18.00─19.30
Teatro Studio, LAC, Lugano
Traduzione di Tommaso Giacopini
Regia della mise en lecture: Alice Sinigaglia
Cast in via di definizione.
Inclusa una talk con l’autrice e la regista, moderato da Elisabeth Sassi
Anahì Traversi / Fabiana Iacozzilli
18.00─19.30
Teatro Studio, LAC, Lugano
Regia della mise en espace: Fabiana Iacozzilli
Con: Alice Redini, Marta Malvestiti, Woody Neri
Inclusa una talk con l’autrice e la regista, moderato da Elisabeth Sassi
Marzio Gandola / Lorenzo Ponte
18.00─19.30
Teatro Studio, LAC, Lugano
Nel 1969 il primo reattore nucleare svizzero sfiora una catastrofe che avrebbe portato ad una massiccia contaminazione radioattiva; nel 2018 a Bellinzona un ragazzo viene arrestato con l’accusa di preparare un attacco armato ad una scuola superiore. Bombe disinnescate, secondo i reportage. Un’artista e un giornalista vogliono occuparsi di questi fatti, e si scontrano con la difficoltà di farlo, apparentemente data dal rigore delle leggi che tutelano la privacy. In realtà, il senso del rigore e della privacy sono radicati anche in loro. Gli attori che interpretano questi ruoli, al contempo, raccontano il loro rapporto con la memoria e la narrazione, portando materiali, fatti, tracciando un’immagine più simile ad una bomba inesplosa che ad una disinnescata.
Regia della mise en espace: Lorenzo Ponte
Con: Cast in via di definizione
Inclusa una talk con l’autrice e la regista, moderato da Elisabeth Sassi
Julia Haenni / Giulia Rumasuglia
18.00─19.30
Teatro Studio, LAC, Lugano
La donna si cura (kills the party) mette in scena la storia secolare dello sguardo maschile sul corpo femminile e, con essa, la storia della medicina occidentale, che fino a poco tempo fa non mostrava interesse – e ancor meno finanziamenti per la ricerca – per malattie che non riguardassero corpi di genere maschile. Con umorismo e intelligenza, il testo smaschera miti scientifici nella loro persistenza ostinata e ne rivela l’assurdità. Eppure, il discorso polifonico e serrato delle donne in scena non allevia il loro dolore, che è radicato sia nei loro corpi che nel sistema. La donna si cura (kills the party) non promette né una ricetta universale né la festa che risolverà tutto. Ma, dopo duemila anni di patriarcato, finalmente! un raggio di luce all’orizzonte.
Traduzione di Michela Bianchi (Civica Scuola Altiero Spinelli)
con la supervisione di Sarah Hofstetter
Regia della mise en lecture: Giulia Rumasuglia
Con: Anahì Traversi, Marta Malvestiti, Luz Beatriz Lattanzi
Inclusa una talk con l’autrice e la regista, moderato da Elisabeth Sassi