︎ Eventi 







Domenica 8 ottobre 2023

Presentazione testi Luminanza 2023


14.00─18.00
︎︎︎Studio Foce, Lugano

FIT - Festival internazionale del teatro e della scena contempornea
Lugano
︎︎︎ Sito

Entrata gratuita.
Non è obbligatorio assistere a tutte le letture.

Seguono pause di 15 minuti dopo ogni testo.

Presentiamo in forma di lettura quattro nuovi testi teatrali scritti da giovani autrici e autori under 35 della Svizzera italiana che hanno partecipato a un anno di formazione in drammaturgia. I testi verranno interpratati da Igor Horgat, Alice Redini, Valeria Perdonò,  Jonathan Lazzini e presentati nella rivista di Luminanza in copie limitate. Anche quest’anno i testi sono stati tradotti e resi disponibili in tedesco e francese dal nostro team Traduzione.

Il 9 di ottobre sarà anche l’occasione per presentare i e le partecipanti alla terza edizione di Luminanza: Dilbirin Aksan, Chiara Gallo, Lea Ferrari, Elisabeth Sassi e Branislava Trifkovic.

Programma dettagliato




14.00─14.15
Benvenuto e presentazione da Alan Alpenfelt,  Matteo Luoni
14:15─14.45
Ecdisi
di Branislava Trifković

Note di drammaturgia:

Ecdisi è un testo che esplora la nozione di confine in senso lato. Il confine identitario presente in ognuno di noi, il confine tra la paura e il coraggio, il confine dell’espressione linguistica, il confine del tempo e delle credenze, e infine, quel confine in cui confiniamo l’altro. Il testo si propone di mettere in luce la volubilità e la fragilità di questi confini, nel bene come nel male.
Bogdan, Bojana e Christoph si ritroveranno a fluttuare tra questi confini, e, in una pescheria, scopriranno che ciò che li accomuna è probabilmente molto più grande di ciò che li divide.



Bio
Branislava Trifković nasce nel 1990 e trascorre la sua infanzia e adolescenza tra le repubbliche dell’ex Jugoslavija e la Svizzera. Dopo la conclusione degli studi in Storia Generale e Lingua e Letteratura italiana presso l’Università di Ginevra, prosegue la sua formazione presso il Goldsmiths College, dove ottiene un M.A. in Storia. Si avvicina alla scrittura e ad altre forme di espressione creativa scontrandosi con i limiti del mezzo puramente accademico per navigare, comprendere e restituire il lato più nebbioso del vivere.
Attualmente le sue attività lavorative si dividono tra il settore educativo e quello culturale. “Ecdisi” è il suo primo testo teatrale, scritto durante l’anno di Luminanza.



15.00─15.30
CATE
di Chiara Gallo


Note di drammaturgia:

Santa Caterina da Siena, compatrona d’Italia e d’Europa − per gli amici, Cate − non è nata adulta e non è nata santa. Però dove stesse andando lo sapeva. O almeno così fa pensare la Storia, che la ritrae come una donna risolta e risoluta sin dalla più giovane età. D’altronde, dialogare con Dio a quattro anni non è dato a tutti − tantomeno diventare la consigliera di due papi prima dei trenta. I punti che potrebbero accomunare una ragazza del ventunesimo secolo e una Santa vissuta durante il Medioevo sembrano quindi inesistenti. Eppure in Cate risiedono tutti i desideri, le paure e le domande che caratterizzano il periodo della tarda adolescenza e della prima età adulta. È forse per questa inconsapevole convivenza di ingenuità e di misticismo, di speranza e di scetticismo, che una ragazza come tante trova in questa canonicissima Santa la spinta per riprendere in mano le redini della sua vita.
CATE affronta i temi della costruzione e dell’affermazione dell’identità, così come della crisi e dell’incertezza, proprie a questi processi, con la sola speranza di confortare chi, davanti al bivio, non sa se prendere una decisione o se aspettare una risposta.



Bio
Chiara Gallo (2000) nasce, cresce e corre a Lugano. A 9 anni pensava di aver capito tutto del mondo e voleva fare la maestra; adesso ha 23 anni e, forse proprio perché del mondo non ha capito nulla, cerca di formarsi come attrice e di vivere di teatro. Laureanda in Lettere presso l’Université de Lausanne, si applica a dare continuità alla tradizione migratoria della sua famiglia lavorando un po’ ovunque nel mondo. Ha i piedi a terra e la testa tra le nuvole. Si dimentica sempre qualcosa. Oppure perde il filo del discorso.






15.45─16.15
Fortuna
di Elisabeth Sassi




Note di drammaturgia:

Un padre sudcoreano al servizio di un’egocentrica scrittrice inglese di successo, sua moglie, un giovane medico che, non sapendo cosa fare della sua vita, fa da assistente alla suddetta scrittrice siedono al tavolo il giorno in cui Satu Anna compie 34 anni, o 36, che li conti la madre o il padre – già questo è sufficiente ad aprire ulteriormente le vecchie crepe nelle loro relazioni. E forse è proprio tra quelle fessure che crescono piante carnivore, infermiere rapaci, mostri reali o immaginari. Fortuna, forse, è un dramma borghese contemporaneo che mostra cosa nascondono i personaggi sotto l’abito ricamato di belle idee di una famiglia privilegiata del ventunesimo secolo. Abiti che ormai ognuno indossa da molti anni e che, in tutta probabilità, continueranno a vestire confrontati anche con il mondo esterno.
Ammiro tutte le persone birazziali che, dopo aver rinnegato metà della propria identità durante la crescita, hanno trovato il coraggio di abbracciare tutte le culture che compongo la loro identità, anche quella considerata subalterna dalla maggioranza. Questo testo è dedicato a chi frantuma gli specchi e, ai paguri e alle loro case.



Bio
La frase che si sentiva sempre ripetere da bambina era: “ma la fiaba te la racconto io o la racconti tu?”. Inutile dire che le voleva sempre raccontare lei. Prima si diploma come creatrice di abbigliamento e in seguito si laurea in Editoria e Comunicazione presso L’università degli Studi di Milano. Due mondi apparentemente inconciliabili, ma è proprio questa dicotomia a interessarla da sempre. Figlia di una coppia biculturale, l'essere a metà tra due mondi fa parte della sua identità e della sua ricerca. Il suo incontro con il teatro è precoce, ma l'innamoramento arriva con una registrazione scovata negli archivi RAI di “La tempesta”, regia di Strehler e con una commovente Mariangela Melato nei panni di Ariel, lo spirito tra i due mondi: quello concreto della sala e quello della finzione.





16.30─17.00
La scuola ticinese
di Lea Ferrari



Note di drammaturgia

Luigi è un architetto. Visionario, perché le sue opere non si sono realizzate, sono rimaste su carta. Per un ben preciso motivo: Luigi ha incarnato un ideale politico nella vita privata come nella professione. Altri che hanno camminato al suo fianco se ne sono distanziati per prendere strade diverse, la singolarità del percorso di Luigi sta nell’applicazione delle idee all’architettura, alla politica, alle relazioni e al tempo. Luigi si muove in tre istanze che insieme completano un aforisma: “Con l'architettura non fai la rivoluzione. Ma la rivoluzione non basta per fare architettura. L’essere umano ha bisogno di tutte e due.” Una quarta istanza rappresenta il futuro.


Bio
Agronoma e pianificatrice del territorio. Vive in una valle alpina. Quando non legge, fa politica.






Unseen Reconstructions

Luminanza per la RADA


Vernissage 23 settembre 2023
︎︎︎ LA RADA

La mostra rimane aperta dal 23.09.2023 - 29.10.2023

Orari di apertura della mostra: Dal venerdì al sabato, dalle 15:00 alle 19:00 e su appuntamento scrivendo a: direzione@larada.ch // Entrata gratuita.

TESTI Luminanza



︎︎︎ Dialogo in italiano-inglese tra autrici mixed-race 
di Elisabeth Sassi e Sara-Chia Jewell

︎︎︎ Esercizio di scrittura
di Chiara Gallo
Con:
Yumna Al Arashi Robin Bervini Vladimir Miljević Gabriele Spalluto

Organizzato da: Rafael Kouto & Deiara Kouto

Vernissage: SABATO 23 SETTEMBRE 2023 dalle 18.00 a La rada


Unseen Reconstructions è il nuovo appuntamento del ciclo espositivo intitolato Un nuovo crepuscolo promosso dallo spazio per l’arte contemporanea, La Rada.

Gli artisti e le artiste coinvolti sono
Yumna Al Arashi, artista che attualmente vive a Zurigo e che attinge, per la sua ricerca, da un passato famigliare legato alla diaspora dallo Yemen;

Vladimir Miljević, pone al centro della sua ricerca la riflessione attorno a cosa significhi vivere a metà tra due culture distinte – quella svizzera da una parte e quella della post-jugoslavia dall’altra – sottolineandone i punti di contatto;

Robin Bervini, fotografo e artista visivo, il suo lavoro si concentra in parte sulla persona e le sue sfaccettature e in parte sulla sperimentazione tecnica per raggiungere nuovi linguaggi espressivi. In questo lavoro Bervini indaga il proprio razzismo interiorizzato, la vergogna, l'ansia sociale e le discriminazioni vissute;

Gabriele Spalluto, fotografo e videomaker che propone un’indagine sui nonluoghi come simbolo di resilienza e lo fa attraverso l’assenza di quelle che sarebbero potute essere le testimonianze dirette di chi abita quel limbo.

L’esposizione si compone di installazioni site specific precedentemente collocate nel territorio locarnese o in quello di origine, occupando luoghi pubblici originariamente non destinati ad accoglierle. La mostra permette di seguire le tracce delle ricerche artistiche, caratterizzate da una pluralità dei linguaggi impiegati e da una ricerca comune che verte verso i concetti d’identità e di appartenenza. Le narrazioni proposte negli spazi de La Rada sono perlopiù assenti nel panorama mediatico e artistico del territorio, il desiderio è quindi quello di dare spazio a voci comunitarie. Il processo di realizzazione delle installazioni è stato inoltre documentato attraverso video, fotografie e testi raccolti in una pubblicazione che accompagna la mostra.

Tutti i testi scritti da Luminanza

Siamo quelli giusti

di Lalitha del Parente


 
Mercoledì 1 marzo - 20.30
Prima assoluta
Cinema Teatro Chiasso
︎ Tickets

11 marzo - 20.45
Festival Territori
Teatro Sociale di Bellinzona
︎ Tickets

9 maggio - replica per le scuole
10 maggio - 20.30
Stagione HOME, Teatro Foce di Lugano


CAST
Di: Lalitha Del Parente
Con: Ashai Lombardo Arop, Livio Beshir, Luz Beatriz Lattanzi, Federico Lima Roque, Rosanna Sparapano, Arianna Gianinazzi.
Regia: Caterina Filograno
Aiuto Regia: Johnathan Lazzini
Costumi: Margherita Platé
Video: Valerio Picchi
Coreografia: Ashai Lombardo Arop
Suono: Tommaso Giacopini
Luci: Davide Onesti

Un talent show.
Degli aspiranti genitori.
Un presentatore stravagante.
Una società occidentale in bilico che sembra cercare dei bambini per i genitori anziché dei genitori per i bambini.
Un premio in palio: Masho, una bimba venuta da lontano.
Siamo quelli giusti è un tentativo, uno dei tanti, per parlare dei tasselli che compongono l'esperienza dell'adozione internazionale.

Siamo quelli giusti è stato scritto dall’autrice e musicista ticinese Lalitha Del Parente nel 2021 nell’ambito di Luminanza - reattore per la drammaturgia contemporanea svizzera di lingua italiana e di cui un estratto è stato presentato sotto forma di lettura al FIT Festival, e al Teatro di Basilea in occasione del giubileo di Stück Labor, programma dedicato ai e alle giovani autori e autrici teatrali.


Note di drammaturgia

“L’esperienza dell’adozione mi accompagnerà per il resto della mia vita”.
È stato questo pensiero a farmi indagare più a fondo la tematica. Le cose che ci circondano sono in costante cambiamento, il modo di scrivere, il modo di esprimersi, le proprie convinzioni possono cambiare da un momento all’altro. Così è anche per il rapporto di ogni adottato con la propria storia adottiva. Cambia costantemente. Ignorare, evolvere, sotterrare, migliorare, distruggere, riconsiderare.
Lo spettacolo porta in scena il tentativo di attraversare il confine di ciò che ci è familiare verso un futuro ignoto. Il testo tocca temi quali l’identità culturale, l’integrazione, il senso di appartenenza alla propria famiglia, alla propria comunità.
Siamo quelli giusti si ispira a tutti i compagni adottati, ai genitori in attesa di adottare che ho incontrato, intervistato con cui ho condiviso la mia storia personale.
Spero che questo testo apra il pubblico al confronto e lo incoraggi a indagare sui molti documentari, libri, podcasts e opere d’arte realizzati da persone che hanno vissuto l’esperienza dell’adozione transrazziale poiché conoscere differenti punti di vista può solo aiutare a comprendere meglio.
Lalitha del Parente


Note di regia
Sette persone con diversi background si presentano a “Siamo quelli giusti”, programma con share in calo ma che spera in una rimonta grazie all’idea di promuovere una adozione in diretta tv. La mente dietro questa operazione, dal sapore distopico alla Black Mirror, è il temibile Livio: presentatore del programma col fascino da sacerdote di una setta. Sfruttando la disperazione dei concorrenti (che non ci è dato sapere se siano veramente tali o semplici attori al servizio di questa operazione) Livio propone un gioco al massacro nel quale una dopo l’altra tutte le pedine cadono.
Leggendo il testo di Lalitha, ho percepito una forte volontà di provocare, di interrogare una società occidentale sempre più in bilico davanti al burrone che potrebbe inghiottirla per sempre. Ed ho così scelto di portare sino in fondo la sua idea provocatoria, ponendo il gruppo di concorrenti difronte ad una bambina che non parla. Che non risponde. Che assume quasi le fattezze di un Dio, che si limita ad osservarci. E che, con questo assordante silenzio, genera forse una domanda: fin dove siamo disposti a spingerci per ottenere quello che vogliamo, per soddisfare i nostri bisogni?
La complessa dinamica dell’adozione internazionale diventa così il modus per analizzare, e provare ad ipotizzare, le estreme conseguenze verso cui ci sta portando il capitalismo.

Caterina Filograno





Sabato 17 dicembre 2022

Luminanti al Festival del Théâtre du Jura - Délémont (CH)


 17.30
Tre turni di letture brevi in lingua originale e traduzione per il pubblico: con gli studenti dell'Istituto Letterario di Biel, Noëmi Steffen del Neues Theater di Dornach e con Sofia Reggiani e Marzio Gandola di Luminanza (TI)

20:00
Mis-en-scène della versione francese del testo di Lalitha del Parente "Siamo quelli giusti": Les bons parents, c'est nous, di Lalitha del Parente, della Troupe du Théâtre du Jura, regia di Noémie Baudet

21.15
Ring Letterario!
Una squadra degli autori e autrici del Théâtre du Jura, Pablo Jakob Montefusco, Laura Chaignat e Robert Sandoz, affronteranno Antoinette Rychner, Nina Pellegrino e Arthur Brügger. Il tutto animato dalla magnifica Geneviève Victoire!

Ore 23.00 DJ La Boillat ConneXion
Partner: Istituto Letterario, Luminanza, Neues Theater Dornach, SSA, CPOR, Collectif Hétérotrophe
Ingresso libero, cappello alla porta

I e le luminanti Sofia Reggiani (2022), Marzio Gandola e Lalitha Del Parente (2021) presenteranno estratti dei loro testi al primo festival per giovani autrici e autori di teatro del Teatro del Jura - LES LUMINAIRES.

Maggiori info al seguente ︎︎︎ LINK ︎





Domenica 9 ottobre 2022

Presentazione testi Luminanza 2022


14.00─18.30
︎︎︎Studio Foce, Lugano

FIT - Festival internazionale del teatro e della scena contempornea
Lugano
︎︎︎ Sito

Entrata gratuita.
Non è obbligatorio assistere a tutte le letture.

Seguono pause di 15 minuti dopo ogni testo. 


In seno alla terza edizione di Luminanza, vengono presentati in forma di lettura cinque nuovi testi teatrali scritti da giovani autrici e autori under 35 della Svizzera italiana che hanno partecipato a un anno di formazione in drammaturgia. I testi verranno interpratati da Angelo Di Genio, Igor Horvat, Alice Redini e Carlotta Viscovo e presentati nella rivista di Luminanza in copie limitate. Anche quest’anno i testi sono stati tradotti e resi disponibili in tedesco e francese dal nostro team Traduzione.

Il 9 di ottobre sarà anche l’occasione per presentare i e le partecipanti alla terza edizione di Luminanza: Dilbirin Aksan, Chiara Gallo, Lea Ferrari, Elisabeth Sassi e Branislava Trifkovic.

Programma dettagliato




14.00─14.15


14.15─14.30

Benvenuto e presentazione da Alan Alpenfelt, Mara Travella, Matteo Luoni

Lettura in memoria di Davide Leonelli

14:30─15.00
Greenlanders
di Marta Pizzagalli

Note di drammaturgia:

Un tempo la Groenlandia era una terra verde e prosperosa, solo i nomadi Inuit ad abitarla. Nel 985 arrivarono i Vichinghi, con le loro pecore e la roccia per costruire forti case e grandi chiese. Agli Inuit non piacevano i Vichinghi. Sono passati quattrocento anni da allora. Ai Vichinghi non piacciono gli Inuit. Ma ora i Vichinghi hanno fame. Aalis e Gunnhild sono due conquiline vichinghe e hanno fame e la terra è arida. Elezioni del capo in vista: cambierà qualcosa? Primo candidato e annunciato vincitore Donald Adalborj.
Il testo è nato dall’interrogarsi sul rapporto fra dentro e fuori: l’interno, le relazioni, la casa; l’esterno, il potere, l’ambiente. Fino a che punto siamo disposti a cambiare per vivere? Cosa siamo disposti a sacrificare? Perché restare?


Trama:
Greenlanders di Marta Pizzagalli esplora il mondo scandinavo di Aalis e Gunnhild, due coinquiline vichinghe alle prese con il Climate-Change: è possibile preservare un'umanità quando l'umanità si sta estinguendo? Fino a che punto siamo disposti a cambiare per vivere?




15.15─15.45
Ciclopi
di Alessia Passoni


Note di drammaturgia:

Ciclopi è un gioco da bambini.
È sufficiente coprirsi un occhio con la mano per trasformarsi nelle creature mitiche che
barattarono un bulbo oculare con Ade, in cambio della capacità di vedere il futuro.
Adam e Nina l’hanno inventato il giorno in cui si sono conosciuti, per sopravvivere alla realtà,
dando voce e corpo a tutte le cose meravigliose e fragili che si agitano dentro una solitudine
mortale.
Questo testo riporta una parte della loro storia,
frammentata come i ricordi e sospesa come il vuoto lasciato da una persona che non c’è più.


Trama:
In Ciclopi di Alessia Passoni, è sufficiente coprirsi un occhio con la mano per trasformarsi nelle creature mitiche che barattarono un bulbo oculare con Ade, in cambio della capacità di vedere il futuro.  Adam e Nina l’hanno inventato il giorno in cui si sono conosciuti, per sopravvivere alla realtà, dando voce e corpo a tutte le cose meravigliose e fragili che si agitano dentro una solitudine mortale. Questo testo riporta una parte della loro storia, frammentata come i ricordi e sospesa come il vuoto lasciato da una persona che non c’è più.






16.00─16.30
Mitocondriache
di Sofia Reggiani




Note di drammaturgia:

Tutto ha inizio con la microbiologia, un bar e una madre un po’ molesta: la signora Susy. Oltre ad avere vari problemi con la corrente, un cane che sta per morire e un figlio che pensa solo alla sua tesi, la signora Susy è inconsapevolmente abitata da tre donne, Xanthia, Walpurga e Nancy, e le restano poche ore per organizzare la sua prima serata di speed dating nono- stante tutto intorno a lei sembra aver smesso di funzio- nare.
Mitocondriache è una storia di donne malate. Ipocondriache? Ad alcuni ha fatto comodo pensarlo. In questo testo il mitocondrio, luogo della memoria gene- tica femminile, diventa il palcoscenico di una memoria storica, un palcoscenico in cui tre donne di epoche diverse si contendono un microfono per cantare il proprio dolore. Un dolore fisico. Quello che ci fa urlare e risveglia in noi il nostro lato più ruvido. Un dolore che spegne tutte le luci e ci fa venire voglia di nasconderci, forse nel buio o forse proprio in un mitocondrio. Una breve storia della medicina tra citoplasmatiche onde e frigoriferi rotti, con un poco di musica così la pillola va giù.


Trama:
In Mitocondriache di Sofia Reggiani, la Signora Susy, oltre ad avere un cane esigente, un figlio che pensa solo alla microbiologia e poche ore per organizzare la prima serata di Speed Dating al suo Karaoke Bar, è inconsapevolmente abitata da tre misteriose donne. In questo testo il mitocondrio, luogo della memoria genetica femminile, diventa il palcoscenico di una memoria storica in cui tre donne di epoche diverse si contendono un microfono per cantare il proprio dolore.





16.45─17.15
Lo stoccafisso e la luna
di Valerio Abate



Note di drammaturgia / Trama:

Lucio è un professore pedante e ipocrita, complice di un regime accademico fatto di ruffiani e sicofanti che non vedono l’ora di condannare chiunque esuli dall’ortodossia dell’Università. Ciononostante, Lucio sente il bisogno di capire i motivi per cui lo zio – un alchimista e teologo libertino – si è suicidato. Allora rischia tutto conducendo una ricerca illecita nello studio dello zio. Ma qualcosa di inaspettato giunge dal seminterrato, qualcuno che Lucio ha dimenticato da molto tempo, e che disprezza: O. Se Lucio è un millan- tatore, O è ironicamente servile, è una di quelle figure che nella storia ha avuto molte facce e molti nomi, ma che ancora conserva l’indole satiresca, tanto che le sue finzioni e i suoi inganni portano a qualcosa di reale. Solo O – che fa dell’ossimoro il suo costume – sa destreggiarsi nello studio: sa condurre Lucio allo Stige, sa che il cielo cade a seguito di un sacrilegio, ma può ancora sorprendersi se la luna diventa l’ingresso di una grotta.

Quello tra O e Lucio è un vecchio gioco, il gioco tanto quotidiano quanto epocale tra il sole e la luna. Lo studio dello zio è il campo scelto: luogo in cui la logica cede il passo a leggi diverse ma non meno rigorose: quelle del sogno. È un luogo d’ombre che si inspessi- scono man mano che ci si addentra, che se ne percor- rono i dedali alla ricerca dei margini. Questa storia è come un viaggio immobile al centro della propria vita. Tratta il suicidio: è un testo intriso di ironia.







17.30─18.00
Il titolo me lo trovavi sempre tu
di Joséphine Bohr Capanna
Note di drammaturgia:

Una farfalla. No, un pezzo di plastica. No, è una farfalla. Un navigatore. Una scatola con un’etichetta: ciarpame 2022. E se poi dentro c’è qualcosa che non vuoi vedere?
Ma come ci siamo finiti qui?
Guarderemo il miracolo del sole entrare dalla finestra. Non andremo a metterci all’ombra. E sapremo
che è il giorno giusto.



Trama:
Ne Il titolo lo trovavi sempre tu di Joséphine Bohr due personaggi, due attori, due, o semplicemente due esseri sospesi nel vuoto giocano con l’autrice e con la scatola teatrale, cercando di tenere  tutto il mondo fuori. Colori, immagini, frammenti di reale intrudono dentro il loro gioco scenico, riportandoci verso tutto ciò che, quando siamo a teatro, vogliamo dimenticare.





Percorso Pubblico: 5 appuntamenti



Diventa parte del Pubblico Luminanza!

Per assistere, invia una email a cdm2@luminanza.ch indicando l'incontro di tua preferenza.
La seconda edizione è già a metà percorso e le autrici e autori luminanti a metà del viaggio.
Dopo una fine 2021 di fondamenti di teoria e Storia del teatro, nel 2022 le/i luminanti sono pronte/i a incontrare 5 maestri e maestre della scrittura teatrale italiana e svizzera, con cui studieranno metodi e strumenti di scrittura.

Per ognuno di questi incontri, abbiamo pensato di aprire le porte dell'ultimo giorno di ciascun workshop a un pubblico selezionato.

Potrete ascoltare le parole di giovani autrici e autori svizzero-italiani e assistere al loro lavoro di formazione diretto e coordinato da importanti scrittori e scrittrici del teatro italiano e svizzero. Leggeranno e discuteranno sui testi scritti durante i laboratori. Per noi è importante che ci siate anche voi, come pubblico: ci interessano i vostri punti di vista, ma anche semplicemente il vostro ascolto e la vostra presenza.
A ogni incontro ci sarà un piccolo rinfresco.

Ci sono solo pochi posti a disposizione per ogni incontro, ci riserveremo di scriverti per confermare la tua partecipazione.




︎ Eventi passati




Incontri:






Sabato 19 febbraio 2022


17:00 - 19:00
Presso Reattore B, Corso San Gottardo 43, Chiasso.

Emanuele Aldrovandi



Emanuele Aldrovandi (1987) ha scritto numerosi testi teatrali vincendo, fra gli altri, il Premio Riccione-Tondelli, il Premio Hystrio, il Premio Pirandello, il Premio Fersen e il Mario Fratti Award ed è il recente vincitore del Nastro d'Argento. È fondatore e direttore artistico dell’Associazione Teatrale Autori Vivi, ha lavorato con alcuni dei più importanti teatri italiani, fra cui Teatro Elfo Puccini di Milano, ERT–Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale, e ha partecipato a progetti internazionali, fra gli altri, con Opera di Pechino, LAC Lugano Arte e Cultura e The Tank Theater New York.

I/le luminanti avranno letto letto alcune scene tratte da testi di drammaturgia classica e contemporanea (Shakespeare, “Riccardo III”; Molière, “Don Giovanni”; Slamovir Mrozek, “La polizia”; Juan Mayorga, “Himmelweg”).
In seguito produrranno brevi testi che ripropongano, in altri contesti e con altri personaggi, le strutture analizzate. I testi verranno poi letti ad alta voce e commentati insieme.


Domenica 27 febbraio

lezione aperta.
l’ingresso è libero dalle 13.00 alle 18.00 (si puo venire e andare a discrezione propria)

Presso Reattore B, Vicolo dei Chiesa 1, Chiasso

Per assistere, invia una email a cdm2@luminanza.ch

Letizia Russo




Letizia Russo (Roma, 1980) è un'autrice italiana. I suoi testi sono rappresentati in Italia e all’estero. Tra i suoi titoli: Tomba di cani (Premio Tondelli 2001 e Premio Ubu 2003); Primo amore; Binario morto–Dead End (festival Shell Connections, National Theatre, Londra); Se ci sei batti un colpo. Ha curato la riscrittura per il teatro di alcuni classici, tra cui Madame Bovary, Il maestro e Margherita (ambedue diretti da Andrea Baracco), Ivan (da I fratelli Karamazov). Una raccolta dei suoi testi è pubblicata da Ubulilbri.

Durante i giorni del corso i/le luminanti si concentreranno su due punti cruciali per ogni autore: la scoperta dei temi che sostengono la scrittura e la ricerca di una lingua teatrale personale. I dieci comandamenti saranno il nostro cavallo di Troia: a ogni luminante verrà assegnato, alcune settimane prima degli incontri, un comandamento, a partire dal quale sviluppare un breve testo teatrale.



Domenica 10 aprile

orario in via di definizione
Presso Museo d'Arte di Mendrisio

Sarah-Jane Moloney





Sarah-Jane Moloney dopo aver studiato letteratura all'Università di Losanna, ha completato un Master in pratica teatrale avanzata alla Royal Central School of Speech and Drama (Londra). Nel 2018, è stata premiata con la borsa di studio in drammaturgia Stück Labor dove ha scritto Sappho X, presentato a POCHE /GVE in gennaio 2020. In 2021, ha tradotto l'opera teatrale A Play for the Living in a Time of Extinction di Miranda Rose Hall, diretto da Katie Mitchell e in scena al Théâtre Vidy-Lausanne in settembre 2021. Attualmente sta lavorando a una nuova opera teatrale intitolata Alptraum.

lI dramma che hai sulla pagina di fronte a te non è il dramma. Le opere teatrali sono scritte per respirare la stessa aria di un pubblico, in un dato spazio e tempo; si basano sull'incontro dal vivo di corpi nello spazio. Ma come si fa a tenerne conto quando si scrive per il palcoscenico?
In questo workshop, I/le luminanti penseranno alle loro parole nello spazio, alle loro parole nel tempo, alle loro parole incarnate; a ciò che danno al pubblico; alle ripercussioni politiche di ciò che scelgono di scrivere sul palco; a ciò su cui hanno il controllo come drammaturghi/e - e a ciò che non hanno.



Domenica 1 maggio

orario in via di definizione
Presso Fondazione Claudia Lombardi, Casoro, Lugano

Angela Dematté




Drammaturga e attrice nata e cresciuta in Trentino. Scrive Avevo un bel pallone rosso e vince il Premio Riccione e il Premio Golden Graal. Il lavoro è messo in scena da Carmelo Rifici con il quale inizia una profonda ricerca che produce, tra gli altri: L’officina, Chi resta, Il compromesso, Ifigenia, liberata e Macbeth, le cose nascoste. Scrive, dirige e interpreta Mad in Europe che vince il Premio Scenario 2015 e il Premio Sonia Bonacina. Con Carmelo Rifici al LAC, si concentra sul dialogo con la scienza come necessità di indagine sull’uomo futuro. Per il progetto Lingua Madre produce un documentario sperimentale sul tema del rituale. I suoi testi sono pubblicati in Italia, Francia, Svizzera, Germania ed Egitto. Lavora con importanti teatri come: LAC di Lugano, Piccolo Teatro di Milano, Theatre de la Manufacture di Nancy e diversi Teatri Stabili italiani. È madre di tre figli.

TRASFIGURARE IL REALE
Qual’è il lavoro dell’artista oggi? Dove sta l’”io”, il soggetto respirante, dove può collocarsi oggi?
Abbiamo paura di perdere l’io? Dove risiede la nostra identità? "Vorrei mettere in gioco questi temi con gli allievi, partendo da materiale documentario, articoli, interviste per trasfigurarle con quello che ancora sentiamo, con quel nostro essere cultura e natura insieme, radicati per forza da qualche parte (visto che siamo nati da qualcuno) ma desiderosi di salpare per nuove visioni del reale. Vorrei lavorare sulla sperimentazione linguistica, partendo da esercizi individuali e collettivi."






Domenica 29 maggio

Reattore B, Chiasso
Link su come arrivare: QUI
Dalle 16.00 alle 17.30

Julia Haenni




Julia Haenni (Bern, 1988) lavora come scrittrice, regista e performer. Si interessa di temi femministi, scrive spettacoli con ampi e nuovi ruoli per le donne e cerca di ripensare il concetto del lavoro del regista e del drammaturgo. La sua prima opera Frau im Wald è stata presentata al Theater Marie e invitata a Heidelberger Stückemarkt 2018, Dramafest a Città del Messico 2018 e Teatro Moscú a Buenos Aires nel 2021. Nel 2019 è stata scrittrice in residenza al Konzert Theater di Berna con Frau verschwindet (versionen). È stata premiata con il premio letterario di Berna 2020. Dal 2019 dirige il teatro Junge Marie di Argovia.

In questo workshop, i/le luminanti insieme alla scrittrice e regista contemporanea Julia Haenni proveranno diversi giochi per scoprire, conoscere e allenare i nostri nervi creativi. "Lasceremo il nostro bagaglio ben impacchettato, scaleremo la montagna di ostacoli, attraverseremo il fiume del tempo, ci perderemo nella città, ci lasceremo invitare da sconosciuti sulla strada, tireremo i dadi per decidere dove girare e salteremo liberamente nel vasto blu dei possibili approcci di scrittura. E poi giocheremo di nuovo. Perché scrivere è giocare. Con possibili identità, storie, mondi.



Domenica 10 ottobre 2021

Presentazione testi Luminanza 2021


11.00─17.00
︎︎︎ Studio Foce, Lugano

Entrata 10 CHF
︎︎︎ Acquista il biglietto

Il biglietto vale per tutta la giornata. Non è obbligatorio assistere a tutte le letture.

Seguono pause di 15 minuti dopo ogni testo e una pausa di 60 min per pranzo. 

Per poter assistere all'evento, ogni spettatore/spettatrice (> 16 anni) deve esibire all’ingresso un attestato sufficiente a dimostrare di essere vaccinata/o, guarita/o o testata/o (72 ore prima)


FIT - Festival internazionale del teatro e della scena contempornea
Lugano
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Luminanza 2021: per la prima volta in Ticino una nuova generazione di drammaturghi/e svizzeri/e di lingua italiana presenta i propri testi in un evento pubblico.
Tito Bosia, Kevin Blaser, Lalitha Del Parente, Marzio Gandola, Achille Giacopini, Tommaso Giacopini, Francesco Puppini ed Elisa Rusca sono i/le giovani autori e autrici partecipanti alla prima edizione di Luminanza, anno di formazione in drammaturgia contemporanea. Da ottobre 2020 lavorano alla stesura di un proprio testo teatrale, frutto di un intenso anno di incontri con docenti e maestri/e della scena italiana e svizzera.
I testi saranno presentati in forma di lettura da Anahì Traversi, Giovanni Franzoni, Alice Redini e Fabrizio Rocchi
e pubblicati in una rivista in edizione limitata. Sarà inoltre disponibile in versione digitale la traduzione dei testi in francese e in tedesco, a cura del team traduttori/traduttrici di Luminanza.
La giornata è l’occasione per presentare i nomi dei/delle partecipanti all’anno formativo di Luminanza 2022.

Programma dettagliato




11.00─11.15
Benvenuto e presentazione da Alan Alpenfelt, Mara Travella, Matteo Luoni



11.15─11.45
L’Anguilla
di Elisa Rusca


Note di drammaturgia:

L'anguilla è un pesce che passa più di tre quarti della sua vita al buio, cieca, mossa solo dalla fame e dall'istinto di riprodursi. Più si addentra nel cuore della terra, avvicinandosi al centro del mondo, meno riesce a vedere. Così noi, più insistiamo ad ingrandire un’immagine per vederne tutti i dettagli, più ci troveremo davanti a un mosaico di grani sfocati, al punto di non riuscire più a capire qual era la veduta d’insieme – e, magari, dimenticando come siamo arrivati lì.
L’anguilla scivola e si nasconde, come la verità. Per trovare la verità siamo obbligati a procedere alla cieca, spinti da forze incomprensibili, resistendo nel fango di un mondo in cui esiste solo il presente di relazioni temporanee, in cui l’attesa è un’esperienza svuotata da qualsiasi senso di speranza o aspettativa.
Celebrando la fenomenologia dell’anguilla, la mia pièce esplora la costruzione della realtà che viviamo attraverso le tensioni tra il vedere e il credere, e i rapporti di potere che ne derivano.



12.00─12.30
Dodici metri di apertura alare
di Tommaso Giacopini


Note di drammaturgia:

Sofia, compagna di Leonardo, è sconvolta da un evento tragico. La morte della madre la inchioda a una realtà cruda e improvvisa quanto un asteroide che con l'innocente ferocia di un corpo celeste cade dal cielo. Che cosa succede nel momento dell’impatto e nell'istante appena successivo?
Il tempo di una giornata, per Sofia, si trasforma nel tempo di un'era geologica. Sotto i suoi piedi si apre una voragine, lo spazio tra un universo e il suo universo precedente, un varco da cui emergono i mostri antichi delle sue paure.
Il linguaggio che ho scelto è metaforico, seppur schietto e affilato. Intimità e introspezione si alternano a momenti di enormi spostamenti, il macrocosmo si ritrae nel microcosmo.
Con Dodici metri di apertura alare mi interessa parlare di tentativi mancati di comunicazione all'interno dell'intimità famigliare, di rapporto tra genitori e figli, di maternità, paternità e, soprattutto, di figlità, in un testo serrato che in cui sembrano riecheggiare le parole dell’autrice Adriana Pagnoni, che in un suo articolo intitolato, appunto, Figlità, scriveva “Ha da esserci qualcosa di insopportabile nel dover ammettere che, per nascere, c’è bisogno di due genitori”.


12.4513.15
Spostati verso il rosso
di Marzio Gandola


Note di drammaturgia:

Osservando il tempo che passa sembra che certi aspetti dell’esistenza umana evolvano, seguendo una linea, che avanza pari passo con gli anni, i secoli, i millenni; altri aspetti invece sembrano ciclici, ripetuti all’infinito seguendo un ritmo ancestrale, come le onde del mare; altro ancora pare proprio immutabile, come le stelle, identiche a come le vedevano i nostri antenati. La società occidentale ha sempre posto la propria forza nel progresso, in ciò che va avanti, ma non tutto avanza allo stesso modo. Si formano allora delle situazioni inaspettate, dei cortocircuiti temporali che sembrano sfuggire ad ogni capacità di lettura e che hanno perciò lo stesso sapore del sogno, dell’allucinazione, e davanti alle quali ci si ritrova smarriti, come tornati bambini, perché anche il tempo proprio, che ha segnato l’evoluzione della persona, subisce lo stesso cortocircuito. Un’apparente confusione, che squarcia le immagini più convenzionali di progresso, crescita ed evoluzione, lasciando vedere nuovi dettagli, a cominciare dalle stelle, che appaiono già un po’ più rosse di come le hanno viste i nostri antenati.


13.15─14.30

14.30─14.45


︎ Pausa pranzo ︎

Ri-benvenuto: Presentazione magazine e annuncio nomi nuovi luminanti 21-22


14.4515.15
Siamo quelli giusti
di Lalitha del Parente



Note di drammaturgia:

“Negli anni Ottanta, 11'000 bambini srilankesi sono stati adottati da genitori europei, di cui oltre 700 in Svizzera. Vari servizi giornalistici recenti hanno rivelato diverse pratiche illecite in uso all'epoca: alcuni bambini sarebbero infatti stati rapiti o venduti, in particolare nel quadro di un sistema denominato “baby farm”. Questo scandalo non ha risparmiato neanche il nostro Paese e questo per via della presunta complicità di alcune agenzie di adozione svizzere. Oggi il governo dello Sri Lanka riconosce i fatti”.
Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato 17.4181 Ruiz Rebecca del 14.12.2017 - Berna

Un talent show.
Degli aspiranti genitori.
Un presentatore stravagante.
Una società occidentale in bilico che sembra cercare dei bambini per i genitori anziché dei genitori per i bambini.
Una bimba che diventa la voce di molti.

Siamo quelli giusti è un tentativo, uno dei tanti, per parlare dei tasselli che compongono l'esperienza dell'adozione.


15.3016.00
Evocazione
di Francesco Puppini


Note di drammaturgia:

Evocazione nasce dalla necessità di scrivere un racconto personale. Parlare di famiglia oggi e di come si manifestano le dinamiche famigliari nel nostro quotidiano è per me importante. Nella fase di scrittura ho voluto raccontare un rapporto madre e figlio e mi sono posto alcune questioni su quale sia il significato di questi due ruoli. La famiglia è l’origine del desiderio ma anche delle più grandi paure, ed è da qui che sono partito. La paura di non farcela, di essere rifiutati, di essere inadeguati così come quella di mostrarsi per chi si è veramente. Il superamento dei mostri interiori di 1 diventa il fuoco combustibile della narrazione. Cosa implica il desiderio di superare un proprio trauma irrisolto, cosa vuol dire diventare una persona nuova, cambiata, cresciuta? Qual è il percorso che porta alla disgregazione dell’identità e poi alla rielaborazione del lutto della propria madre? Il testo prende le mosse da queste domande e le rivolge al lettore facendo affidamento a una metafora scenica che trova risoluzione solamente nel finale. Come in un esperimento, la scena cambia, muta, così come la modalità di relazionarsi e il linguaggio stesso, che si adattano alle circostanze in cui i due protagonisti sono posti da forze esterne. L’astrazione, o meglio, un’evocazione è l’unico metodo di analisi rimasto.


16.1516.45
Si doveva considerare il balcone bagnato
di Achille Giacopini


Note di drammaturgia:

Periferia. Le nuvole passano sopra i cavalcavia e i prati bruciati dal sole. C'è un piccolo bar di quelli con le sedie di plastica. Sotto la tenda tirata, accanto al cartello sbiadito dei gelati Algida c'è un tavolino con un posacenere pieno e tre amici. Aspettano Fabrizio che è andato a farsi un tatuaggio e si chiedono se Valentina lo abbia lasciato.
Non c'è niente di male a passare i pomeriggi di libero a guardare gli aerei senza pensare che atterreranno da qualche parte e che il mondo non è tutto lì con le sue certezze e i suoi paesaggi immutabili, dove la relazione di Fabrizio e Valentina non è in discussione. Dove nessuno si chiede se si possa chiamare amore la loro storia tra le bottiglie rovesciate e le sigarette fumate sdraiati a letto, guardando il soffitto senza sognare nient'altro che quello, nemmeno la libertà di volere una vita diversa. Nemmeno essere felici.


17.00─17.30
Tempeste
di Kevin Blaser, Tito Bosia





Note di drammaturgia:

“Tempeste” è un testo nato dall’esigenza di colmare un silenzio. Un silenzio durato anni. Un silenzio reso assordante dal suicidio di una madre. Un silenzio conservato con ermetismo da un padre. Un silenzio nel quale un figlio cerca di trovare la propria voce per meglio capire il suo passato. Eppure, a voler ascoltare bene, non è il silenzio l’unica cosa che resta. Il vento dà eco ai sentimenti più inabissati, spolverandoli e portandoli alla luce. È un turbine che si alza dalle profondità marine, strappando quelle creature - mostruosamente umane – che le popolano, per spingerle alla superficie e farle emergere dal mare nelle conchiglie. Come si può parlare di ciò che sembra essere indicibile, se non ci sono parole per poter dire la tempesta di emozioni che ci abita? Cos’ha da dirci, questa voce a noi così familiare?
Nato da matrice biografica e scritto a quattro mani da Tito Bosia e Kevin Blaser, “Tempeste” è il loro secondo lavoro.


Sabato 8 maggio 2021
Lancio Bando 2022
+ installazione one─to─one
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10.30─12.30
Spazio Biennale dell’immagine
Vicolo dei Chiesa 1, Chiasso
Stampa e persone interessate sono invitate a conoscere i contenuti e le condizioni per accedere all’anno formativo 2022, in dialogo con Alan Alpenfelt, Mara Travella, e il drammaturgo Matteo Luoni, tutor di Luminanza.
︎  Presso e in collaborazione con Chiassoletteraria e
Spazio Biennale dell’immagine, vicolo dei Chiesa 1, Chiasso
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︎ Maggiori dettagli ︎︎︎
12.00─24.00
20 min per persona
Installazione one─to─one
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installazione one─to─one
a cura di Luminanza, curatela drammaturgica di Letizia Russo.
Prendendo le mosse dal tema del festival Chiassoletteraria, «Il Pianeta Proibito», Luminanza invita pubblico e persone interessate all'anno formativo- Luminanza 2022, in occasione del bando, a prendere parte attiva a un’esperienza di dialogo sul proibito, con un/una drammaturga/o di Luminanza.

Proibito è ciò che è vietato, interdetto, impedito. Cancellato. Deleted. Ma la sua etimologia latina ci racconta qualcosa di più, dando un’immagine complessa di ciò che non è consentito: prohibere, infatti, significa letteralmente avere davanti. E non è un caso. Proibito è ciò che non ci è permesso da qualcuno, o che noi stessi non ci permettiamo. Eppure resta davanti ai nostri occhi. È negazione, tabù, legge, ma anche desiderio, segreto, indicibile. Il proibito racconta chi siamo, sia come collettività che come individui.A partire da questa riflessione, otto autori e autrici in formazione al primo anno di Luminanza - reattore per la drammaturgia svizzera in lingua italiana si trasformeranno in oracoli che incarnano, nella scrittura, archetipi legati al proibito. A ognuna/o di loro si potrà porre una domanda proprio come se si trattasse di un oracolo. Il visitatore, per un tempo massimo di 20 minuti, dialogherà con l’autore senza guardarlo negli occhi, nel qui e ora dell’incontro, per immaginare, riconoscere o dare un nome al proprio proibito. Lo scritto complessivo diventerà un testo di dialoghi costruiti a più mani, senza che nessuna mano possa conoscere di chi sia l'altra.




Luminanza. 
Salone d’incontro sulla drammaturgia contemporanea svizzera. 
Presentazione delle/dei selezionati a Luminanza 2021. Tavola rotonda sulla drammaturgia Svizzera di lingua italiana.

Sabato 10 ottobre 2020
dalle 17:00

Salone d'incontro sulla drammaturgia contemporanea
svizzera con Carmelo Rifici, Riccardo Favaro, Danielle Chaperon,
Heike Dürscheid, Maddalena Giovannelli, Marina Skalova.
Moderazione di Alan Alpenfelt e Mara Travella.
︎  Presso e in collaborazione con
Casa della letteratura per la Svizzera italiana
(Villa Saroli; Viale Stefano Franscini, 9, 6900 Lugano)
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︎ Maggiori dettagli ︎︎︎



Luminanza
Primi segnali dalla superficie
Incontro introduttivo sulla drammaturgia contemporanea per la svizzera italiana

Sabato 11 luglio 2020
dalle 10.00 alle 13.30

Spazio 1929, Lugano
Brunch vegetariano dalle 10.00
Dialoghi con Davide Carnevali, Federico Bellini
e Francesca Garolla dalle 10.30 alle 13.30.
Segue Dj–set a cura di Dj Mox
︎ Per prenotazioni
        LAC Lugano
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